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Racconti erotici: Giulia, la sosta imprevista e i sedili ribaltati

Racconti erotici: Giulia, la sosta imprevista e i sedili ribaltati

Era venerdì sera e Giulia mi aveva chiesto di accompagnarla in auto per una consegna di lavoro.

Niente di strano, o almeno così pensavo.

Lei saliva in macchina con quell'aria di chi sapeva esattamente cosa fare.

Indossava una giacca leggera, ma il profumo dolce che portava sembrava invadere ogni angolo dell'abitacolo.

Ci avviammo, e i suoi occhi non facevano che scrutarmi da sopra il cruscotto.

"Sai," mi disse dopo qualche minuto di silenzio, "oggi pensavo a quel gioco che abbiamo fatto l'altra sera."

Basta una frase, e il mio corpo comincia a rispondere.

Fingo indifferenza, ma sento il calore salirmi.

Lei si sporge verso di me, mi sfiora il ginocchio con una mano, e un sorriso malizioso si allarga sulle sue labbra.

"Sei nervoso?"

Scuoto la testa, ma la sua mano inizia a risalire, lasciandomi senza fiato.

"Fermati qui," dice improvvisamente.

Trovo un parcheggio poco illuminato, nascosto tra due file di alberi.

Spengo il motore e mi giro verso di lei.

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Prima che possa dire qualcosa, si avvicina e mi bacia con una foga che mi sorprende.

Le sue labbra morbide si aprono, la lingua si insinua, e sento che il controllo mi sfugge.

"Abbassa lo schienale," mi ordina con un tono deciso.

Lo faccio senza fiatare.

Lei si sistema su di me, una gamba da ogni lato, e inizia a strofinarsi contro il mio corpo.

Il jeans le tira, la stoffa sottile della mia maglietta fa sentire ogni suo movimento.

"Sai cosa voglio," mi sussurra all’orecchio, mentre le sue mani mi sbottonano i pantaloni.

Non c'è più spazio per il dubbio: qui comanda lei.

Mi prende in mano, con una delicatezza che mi fa fremere.

Inizia a giocare, sfiorando appena con le dita, disegnando cerchi, fermandosi ogni volta che il mio respiro si fa più rapido.

"Sei così duro," mi dice con un sorriso di soddisfazione.

"Ma non è ancora il momento."

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La guardo, gli occhi implorano, ma lei ride.

Mi sbottona completamente, facendomi scivolare i pantaloni verso il basso.

Si abbassa su di me, la bocca che sfiora appena, senza prendere nulla davvero.

I suoi capelli mi solleticano il ventre, e il suo respiro caldo mi manda fuori di testa.

"Ti prego, continua..."

"Chiedilo meglio," mi risponde, fermandosi di nuovo.

"Ti prego, succhiami."

Finalmente prende l'iniziativa.

La sua lingua si muove lenta, con precisione, disegnando linee lungo la mia lunghezza. Il ritmo cresce, e lei alterna le mani alla bocca, mentre io mi aggrappo al sedile, incapace di resistere.

Poi si ferma, si alza e si spoglia.

La sua pelle è luminosa sotto la luce fioca, e io non riesco a staccarle gli occhi di dosso.

Sale di nuovo su di me, e questa volta si lascia andare completamente.

Sento il suo calore avvolgermi, i movimenti che aumentano di velocità mentre i nostri gemiti si fondono nell'aria calda dell'auto.

Ogni spinta è più intensa, ogni respiro più profondo.

"Sto per venire," mi sussurra all’orecchio, e la sua voce è tutto ciò che serve per farmi esplodere insieme a lei.

Restiamo fermi per un attimo, senza parlare, i nostri corpi intrecciati e il fiato corto.

Lei sorride, si sistema i capelli e si riveste con calma, come se nulla fosse accaduto.

"Dovremmo farlo più spesso," dice, lasciandomi con un ultimo bacio sul collo.

Ma non ha finito.

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Si avvicina ancora una volta, abbassandomi nuovamente i pantaloni.

"Pensi davvero che sia già soddisfatta?" mi chiede con un sorriso malizioso.

Mi prende in bocca ancora una volta, ma stavolta è più decisa.

Mi lecca dalla base fino alla punta, succhiando con forza e facendomi sussultare.

I suoi occhi mi fissano mentre prende tutto, senza lasciarne nemmeno un centimetro.

"Ti piace, vero? Dimmi quanto ti piace."

"Mi fai impazzire... sei una fottuta dea," rispondo senza pensare.

Lei ride, soddisfatta, e aumenta il ritmo, alternando la bocca con le mani, stringendo e massaggiando mentre io non riesco più a trattenermi.

"Sto per venire," le dico con un filo di voce.

"Non ancora," risponde, fermandosi improvvisamente.

Mi guarda con un sorriso perverso e si spoglia di nuovo, stavolta completamente.

"Adesso voglio che mi lecchi," mi ordina.

Si sistema sul sedile, aprendo le gambe davanti a me. Il suo profumo mi invade, e non riesco a resistere.

Mi avvicino e inizio a baciarla, leccando lentamente il suo clitoride, sentendo il suo corpo contrarsi ad ogni movimento della mia lingua.

Le sue mani si aggrappano ai miei capelli, guidandomi, e i suoi gemiti riempiono l'auto.

"Continua... continua... non fermarti," mi implora, e io obbedisco, aumentando il ritmo, penetrandola con la lingua mentre le mie mani accarezzano le sue cosce.

La sento tremare, il suo corpo si inarca, e poi esplode in un orgasmo che sembra non finire mai. Il suo respiro è pesante, i suoi occhi chiusi, ma il sorriso sulle sue labbra mi fa capire che non è ancora finita.

"Adesso vieni qui," mi dice, tirandomi verso di lei.

Mi fa entrare dentro di lei con una forza che mi lascia senza fiato, e inizia a muoversi, prendendo il controllo.

I suoi gemiti diventano sempre più forti, e io sento che sto per cedere.

Le mie mani si stringono sui suoi fianchi, guidandola, mentre lei mi cavalca con un'intensità che non avevo mai visto prima.

"Vieni dentro di me," mi sussurra, e quelle parole mi mandano oltre il limite.

Spingo una, due, tre volte, e poi esplodo, sentendo il suo corpo tremare mentre mi segue nell'orgasmo.

Restiamo così per qualche minuto, i corpi intrecciati, il respiro affannoso.

Poi lei si sistema, mi bacia sulla guancia e si riveste.

"Ora possiamo andare," dice con un sorriso soddisfatto.

E io accendo il motore, ancora senza parole, sapendo che questa notte non la dimenticherò mai.