La porta dello spogliatoio si chiuse dietro di lei con un tonfo sordo.
Valentina si tolse lentamente la maglietta bagnata di sudore, i muscoli ancora caldi dall’allenamento.
Aveva appena finito una lezione di pole dance, la sala vuota, il silenzio rotto solo dal rumore dell’acqua nella doccia accanto.
Mentre si slacciava il reggiseno sportivo, sentì la porta aprirsi.
Si voltò di scatto, coprendosi istintivamente.
Era Leonardo, il personal trainer della palestra.
"Scusami… non volevo disturbarti".
"Pensavo fosse vuoto," disse, cercando di guardare altrove.
Valentina lo fissò.
"È successo qualcosa?"
Lui esitò per un attimo.
"Mi sono cadute le chiavi mentre passavo, credo siano finite qui dentro."
Lei lo guardò, poi sorrise piano.
"Cercale, allora."
Leonardo si chinò a terra, visibilmente a disagio.
Valentina si voltò di nuovo verso lo specchio, osservandosi mentre si pettinava i capelli.
Lui intanto trovò le chiavi sotto la panca, ma invece di uscire subito, rimase immobile, indeciso.
"Va tutto bene?" chiese lei.
Leonardo si alzò con le chiavi in mano, e si appoggiò alla parete.
"No... o meglio… sì... è solo che… non dovrei essere qui."
Valentina si voltò lentamente verso di lui.
"Perché no?"
Lui deglutì."Perché ho una moglie...insomma, una famiglia... eppure ogni volta che ti vedo allenarti… penso a te... a come ti muovi, a come ti guardi allo specchio... e mi sento uno stronzo."
Lei si avvicinò, lentamente.
"E quindi sei entrato qui per sentirti più stronzo?"
"Sono entrato per le chiavi. Ma sono rimasto perché non riesco a staccarmi da te."
Valentina era a un passo da lui.
"Allora staccati...dai..."
Leonardo fece per voltarsi.
Lei gli sfiorò il petto con la punta delle dita.
"Non ci riesci, vero?"
Lui chiuse gli occhi.
"No."
"Ti eccito così tanto?"
Annuisce.
"Fammi vedere quanto."Lei abbassò lo sguardo.
La sua erezione era evidente sotto i pantaloncini.
Valentina si avvicinò al suo orecchio.
"È solo un gioco. Nessuno lo saprà."
Lui la guardò negli occhi.
"Se lo facciamo… non riuscirò più a guardarti allo stesso modo."
Lei sorrise.
"È questo il bello."
Gli slacciò lentamente la cintura, senza fretta, sfiorando appena la pelle sotto.Lui si lasciò andare contro la parete, i suoi sensi ormai sopraffatti.
Quando i suoi pantaloncini caddero a terra, Valentina si inginocchiò, guardandolo dal basso.
Tirò fuori il suo cazzo duro, lo osservò con un’espressione di pura lussuria.
"Volevo farlo da tempo...."
La sua bocca lo accolse lentamente, le labbra che scorrevano lungo il suo tronco pulsante, la lingua che giocava sulla punta.
Leonardo gemeva, le mani affondate nei suoi capelli, il respiro spezzato.
Lei alternava movimenti profondi e veloci, con altri più lenti, torturanti.
"Sei già sul punto di venire, vero?"
Lui annuì, tremando.
Lei si fermò.
"No, adesso voglio essere io a venire."
Si alzò, si voltò, si spogliò completamente e si piegò davanti a lui, le mani appoggiate allo spogliatoio.
"Scopami. Adesso."
Leonardo non resistette più.
La penetrò con un colpo violento, affondando dentro di lei con tutta la sua fame repressa.
Valentina urlò, il corpo che tremava a ogni spinta.
"Più forte, fammi tua... Qui, adesso..."
I colpi si fecero sempre più intensi, il rumore della loro carne che si univa riempiva lo spogliatoio.
Lui le mordeva la spalla, la tirava per i capelli, la scopava forte ma ancora imbarazzato.
"Mi fai impazzire… Sei così stretta, così bagnata…"
"Ti senti in colpa ora?"
"No...no, cazzo."
Lei gemette di nuovo, il corpo che si agitava sotto il suo, i seni che rimbalzavano a ogni affondo.
"Vienimi dentro, voglio sentirti esplodere."
Leonardo non resse più.
Con un ultimo colpo profondo, eiaculò dentro di lei, riempiendola con tutto il suo desiderio represso.
Rimasero un attimo così, fermi, esausti.
Il sudore che colava, il respiro spezzato.
Poi Valentina si voltò, lo baciò piano.
"Ti senti ancora uno stronzo?"
Lui annuì.
"Ma non mi sono mai sentito così vivo."
Lei sorrise.
"Domani stessa ora?"
Lui la guardò.
E senza rispondere, si avvicinò di nuovo, già pronto per ricominciare.