Avevamo organizzato tutto quanto così, nel momento in cui saremmo andati in pausa pranzo avremmo usato casa mia e a quel punto avremmo avuto un'ora per tradire i nostri corrispettivi partner.
Quello che succedeva tra noi a lavoro era qualcosa che andava oltre ogni limite e che purtroppo non siamo riusciti a controllare.
Fino al giorno in cui abbiamo deciso di lasciarci definitivamente andare.
Erano le 12:05 quando inserì la chiave nella serratura e lo feci salire a casa mia, lui era elegante, con gli abiti dell'ufficio, lo presi dal polso e lo trascinai lungo l'ascensore.
Sapevamo entrambi di non avere molto tempo come sapevamo entrambi che andava sfruttato al massimo, e non ci abbiamo pensato due volte quando una volta chiusa la porta dell'ascensore ci siamo fiondati addosso reciprocamente.
Ci siamo iniziati a baciare e quello che immaginavamo sarebbe stato un bacio lieve si è trasformato in un forte impulso da colmare.
La nostra era una possessione carnale che arrivava da dentro.
Lui inizia a baciarmi mentre io lo afferro e lo porto verso di me, strusciandomi sulla sua gamba e sul suo ginocchio per fargli capire che sono pronta ad accoglierlo dentro.
Mi alza la gonna, mi palpa, mi stringe le mani intorno alle cosce, sento dentro un fuoco che non sentivo da anni, nel frattempo l'ascensore sta salendo e la nostra voglia di entrare in casa cresce sempre di più.
Mentre mi struscio su di lui sento che il suo membro si fa sempre più grosso così faccio scivolare anche una mano lì sopra e inizio a stringere, a palpare e a far scivolare le mani su e giù, ma tutto ancora da fuori i pantaloni.
A pochi secondi dall'arrivo dell'ascensore al nostro piano ci stacchiamo per precauzione e ci ricomponiamo, io ho già le chiavi in mano e facciamo a passi levati il corridoio che porta al mio appartamento.
Apro la porta, scaravento lui dentro e la chiudo con il piede mentre riprendo quello che stavo facendo nell'ascensore, recupero in tempo quell’erezione che stava per decadere iniziandolo nuovamente a palpare mentre con la bocca lo bacio intorno al collo.
Lancio la sua giacca sul divano poi li sbottono la camicia e infilo una mano per toccare i pettorali, il suo respiro si fa sempre più veloce e affannato, e io sento di avere finalmente un giocattolino tutto per me…lui.
Mentre gli tolgo la cintura gli chiedo se vuole mettermelo in bocca, lui non dice niente e sorride, così mi metto sul divano in posizione seduta e lui si alza in piedi abbassandosi definitivamente tutti i pantaloni.
Il suo pene turgido è imponente, davanti a me, lo abbassa leggermente con il dito e me lo indirizza in bocca e a quel punto inizio ad eccitatarmi così tanto da dovermi incominciare a toccare anch’io.
L'ultima cosa che avrei pensato in vita mia sarebbe stata di ritrovarmi a prenderlo in bocca da un mio collega specialmente dopo il mio lungo matrimonio.
Non so che cosa non sia andato, riconosco soltanto di essere arrivata ad un certo punto in cui un fuoco dentro è tornato ad ardere e avevo bisogno a tutti i costi di qualcuno che lo spegnesse…o almeno lo domasse.
E Andrea per questo ruolo da pompiere ha avuto il primato, ci siamo lanciati frecciatine per mesi e forse ci siamo voluti da anni, ma non abbiamo entrambi mai avuto né il coraggio né la possibilità di fare quello che avevamo in mente di fare da tempo.
Mentre mangio il suo pene turgido lui mi sfiora i seni e mi fa indurire i capezzoli poi li tocca e sento che si ingrossa nella mia bocca, come un piccolo spasmo che lo fa andare ancora più in su.
Nel frattempo lo tengo verso di me tenendolo dalle gambe e lui ogni tanto fa uscire il suo membro dalla mia bocca per portarmi più giù, sui testicoli.
Prendo dalla borsa un mini vibratore e me lo porto sul clitoride, lui mi guarda con il suo solito sorriso malizioso quasi come per dire “non pensavo fossi una tipa del genere”, ma probabilmente dovrebbe rivedere i suoi pensieri.
Quando li sotto vibra anche di sopra le mie voglie aumentano a dismisura così intensifico la velocità del pompino, vedo la sua testa andare all'indietro e la sua bocca schiudersi perdendosi nella goduria della mia bocca e della mia mano che aprono e chiudono il suo membro.
Ascolto i suoi gemiti e godo facendolo godere, una cosa che fin da ragazzina mi è sempre piaciuta, pensare di far eccitare qualcuno mi da una sensazione di comando, come di poter scegliere in qualsiasi momento di far godere una persona.
Appoggio il suo cazzo tra i miei seni, facendolo scivolare un paio di volte in mezzo e guardando soddisfatta la sua faccia che passa da uomo romantico a porco in fase di goduria.
Gli uomini sono tutti così, puoi fare quello che vuoi, ma alla fine vincerà sempre chi riuscirà a farli godere di più e a giudicare dalla sua faccia e dai suoi gemiti, stasera ho fatto c’entro.
O forse, il centro lo ha fatto lui nella mia bocca.
Perché continua a prenderlo e a rimettermelo ogni volta che lo tolgo o che mi sposto, non ha ancora la confidenza di tenermi dai capelli o dalla testa, ma tanto so che vuole, come so che se adesso lo prendo dalla mano e gliela metto li lui si ecciterà ancora di più.
E così faccio.
Prendo la mano e mi faccio afferrare dalla testa per farmi spingere, lui intensifica la velocità facendomi capire dalle piccole spinte dietro la nuca a quale velocità andare.
“Aspetta…” dico con voce roca.
Mi faccio la coda.
“Adesso ti faccio venire in un minuto”.
Noto che la mi frase lo eccita particolarmente, si masturba mentre mi guarda prepararmi all’atto finale, poi mi da un bacio, mi prende dalla testa e mi riporta in apnea.
Lo sego mentre lecco la punta del suo pene, da sopra e mi sposto a leccare sotto, poi lo rinfilo in bocca e vado sempre più veloce.
Ama come glielo mangio, lo vedo, lo sento.
Vado ancora più veloce finché non lo sento urlare dal piacere a quel punto sento il suo calore nella mia bocca.
Trattengo il suo seme nel palato, finché non decido di ingoiarlo.
Lui guarda uscire il suo membro dalla mia bocca, sfilandolo capisce cosa ho fatto.
Non se lo aspettava.
Mi guarda, mi afferra dai fianchi e mi alza, sedendosi lui.
Mi fa appoggiare una gamba sul divano per tenerle più divaricate e inizia a leccarmela.
“Ma che fai, aspet…”
Non ero pronta a questo.
Mi porta ancora di più verso di lui, di forza, e inizia a leccarmi il clitoride, sempre più velocemente.
Io suo cazzo moscio noto dopo qualche minuto tornare barzotto.
La lecca, tutta, anche intorno, poi mi bacia l’interno coscia e ricomincia.
Dopo qualche secondo sono un fiume in piena pronta ad esplodere, lo prendo dai capelli e lo porto verso me, muovo la sua testa indirizzandola su e giù, poi mi contraggo nella sua bocca.
In qualche secondo sono già arrivata, mentre venivo leccata pensavo al suo cazzo nella mia bocca, alla forma, al sapore…e sono venuta immediatamente.