Con mio marito non provo più desiderio.
Abbiamo provato a farlo più volte, ma anche semplicemente toccandoci non riesco a provare alcun tipo di eccitazione.
Se ripenso alla passione che c'era all'inizio non riesco a capacitarmi del fatto che siamo arrivati al punto quasi di schifarci.
O meglio, mi correggo.
Lui vorrebbe anche farlo, sono io che proprio non ci riesco.
Tutto è iniziato quando mi sono invaghita di Tommaso, un mio collega di lavoro che ha iniziato a farmi sempre più avance in ufficio e portandomi ogni inizio settimana un mazzo di rose sulla scrivania.
Si sa, le attenzioni su noi donne fanno sempre un grande effetto, ma mi limitavo semplicemente a ringraziarlo regalandogli qualche sorriso di circostanza.
Finché non ho iniziato a porre sempre di più l'attenzione su di lui.
Le chiacchierate diventavano sempre più lunghe e alla fine un giorno mi ha invitato a pranzo.
Ero confusa.
Non sapendo che cosa rispondere o accettato pensando di non fare nulla di male, in fondo.
Ma poi tra me e me, provavo a chiedermelo di nuovo.
"Non sto facendo niente di male, giusto?"
Ovviamente a Stefano, mio marito, non ho mai detto niente.
A pranzo è arrivato curato, con una camicia di seta e un buon profumo, i capelli brizzolati e la barba fatta.
Abbiamo pranzato e devo dire che siamo stati bene, poi mi ha chiesto cosa facessi nel pomeriggio.
Era chiaro che entrambi dovessimo lavorare, ma di punto in bianco, mi propone porgendomi la sua mano verso la mia, di andare fuori Milano insieme.
Mi dice che ha una casetta poco fuori la città, di quelle di campagna dove spesso va i fine settimana a scrivere i suoi libri e rilassarsi.
Mi trovo in difficoltà, inizio anche a pensare quale possa essere il motivo che lo porta ad invitarmi in quella casa laggiù sperduta, non trovo un motivo valido per andarci, ma non trovo nemmeno un motivo valido per non andarci.
Così, un po' scossa, accetto.
Arriviamo nella sua casa, tutto è perfettamente in ordine, non sembra una seconda casa ma una prima, mi offre un bicchiere di vino e mi fa segno di sedermi sul divano.
Parliamo entrambi con un filo di voce roca, c'è dell'imbarazzo, forse quel vino l'ha preso proprio per farlo andar via.
Mentre parliamo di cose che vorremmo realizzare in futuro, mi appoggia una mano sulla coscia sinistra e mi fissa negli occhi, divento prima rossa, poi probabilmente bianca di colpo.
Guardandomi reagire in questa maniera, toglie la mano riportandola verso sé.
Mi scuso dicendomi che ero semplicemente un po' agitata, a quel punto non so il perché ma sono io a prendergli la mano ed appoggiarla sulla mia coscia.
Mi avvicina e mi bacia, lo fai in maniera calda ma sempre delicata, con la passione di chi lo desiderava già da tempo.
Mi faccio prendere da quest'uomo, mi faccio toccare, palpare, mi lascio al desiderio.
Ad un certo punto mi afferra la mano e me la porta verso i suoi pantaloni, palpo un desiderio molto duro, il suo membro si sta ereggendo.
Era una sensazione completamente diversa da quella che ho provato toccando il cazzo di mio marito, questa volta è come se avessi veramente il desiderio ma era rimasto nascosto per troppo tempo.
E ora la fiamma si era riaccesa, così ho iniziato a strofinare la mia mano sul suo cazzo, ho spostato la mutanda e l'ho invitato ad entrarmi dentro.
È successo tutto troppo velocemente, così velocemente che non sono riuscita a capire se la cosa che stessi facendo fosse giusta o sbagliata.
Lui lascia cadere le mutande sul pavimento, poi sfila le mie rimaste all'altezza delle ginocchia, mi apre le gambe e inizia ad entrarmi dentro a tutta velocità, come in preda ad una foga o ad un istinto che non riusciva più a controllare.
Mi scopa come non ha mai fatto mio marito, mi prende prima sul tavolo del salotto e poi mi sdraia sul divano continuandomi a scopare.
Ogni suo ingresso è un un mio lamento, mentre mi penetra lo afferro dai capelli e lo porto verso di me, siamo eccitati al massimo e mentre lo facciamo mi mette due dita nella bocca.
Penso che sto tradendo mio marito.
Ma quel pensiero mi entra da un lato e mi esce dall'altro, perché proprio mentre lo penso, afferro Tommaso dal culo e lo porto verso di me sempre più dentro, come mi stessi riprendendo una rivincita.
Eppure, che rivincita volevo?
Forse avevo solo bisogno di scopare.
Da tempo.
Di essere scopata.
Era come se finalmente mi stessi facendo scopare da qualcuno in grado di farlo.
Mi entra dentro, mi bacia mentre lo fa, e ogni tanto si sposta sui capezzoli leccandomeli e riportandomi la lingua in bocca.
Il lago che ho in mezzo alle gambe lo accoglie sempre meglio e ad ogni spinta.
Poi, lo sento ansimare forte e venire spostandosi di lato e facendo cadere i suoi residui sul pavimento.
Mentre lo fa mi tocca il clitoride cercando di farmi raggiungere l'orgasmo.
Prendo un vibratore dalla borsa e lo porto proprio lì in mezzo, lui mi guarda e sorride, io lo guardo e sorrido.
Lo accendo.
Mentre mi faccio stimolare i capezzoli con la bocca, in pochi secondi sono venuta.
Mi rialzo le mutande pensando che ho appena ufficialmente tradito mio marito con uno, possiamo dirlo, sconosciuto.
E la prima cosa che penso è quando poterlo rifare.