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Racconti erotici: mi ha spinta contro il lavandino e poi…è successo...

Racconti erotici: mi ha spinta contro il lavandino e poi…è successo...

Il suono della musica vibrava nell’aria, il ritmo pesante del basso faceva tremare i bicchieri sul bancone del club.

Alice si passò la lingua sulle labbra, il cocktail ghiacciato tra le dita, mentre gli occhi si posavano su Marco, dall’altra parte della pista.

Lui non si era accorto che lo stava guardando, ma lei lo studiava da tutta la sera.

Alto, spalle larghe, camicia leggermente sbottonata.

Il tipo d’uomo che sapeva esattamente cosa voleva.

E quella notte, voleva lei.

Lui alzò lo sguardo.

I loro occhi si incrociarono e il mondo attorno sembrò fermarsi.

Alice portò il bicchiere alle labbra, bevve un sorso lento, senza distogliere lo sguardo.

Marco sorrise, un sorriso sporco, pieno di sottintesi.

In pochi secondi, la distanza tra loro scomparve.

"Mi stavi guardando?" sussurrò lui, inclinandosi verso il suo orecchio per farsi sentire sopra la musica.

"Forse."

Le dita di lui le sfiorarono la schiena scoperta, tracciando una linea di brividi.

"E cosa hai visto?"

Alice sorrise, mordendosi il labbro.

"Qualcuno che sa quello che vuole."

Lui rise piano, inclinando la testa.

"E cosa voglio?"

Lei si avvicinò ancora di più, sentendo il suo corpo sfiorare il suo.

"Dovresti dimostrarlo."

Marco non perse tempo.

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Le prese la mano, la trascinò tra la folla e senza dire una parola la spinse contro la porta del bagno privato del locale.

Alice si lasciò guidare, il cuore che batteva all’impazzata, l’eccitazione che le scorreva nelle vene.

Non appena la porta si chiuse dietro di loro, lui la prese per la nuca e la baciò con fame.

Le sue mani scesero lungo il suo corpo, afferrando i suoi fianchi, premendola contro la parete fredda.

Alice si lasciò andare completamente, le sue dita scivolarono sotto la camicia di lui, sentendo la sua pelle calda e tesa.

"Hai voglia di giocare sporco, vero?" sussurrò lui, abbassandole la zip del vestito con un movimento lento e provocatorio.

Lei gemette piano, sentendo il tessuto scivolare lungo il suo corpo, lasciandola in intimo.

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Marco la guardò dall’alto in basso, la lingua che si passava sulle labbra, gli occhi pieni di voglia grezza.

"Sei perfetta."

Le sue mani le scivolarono tra le cosce, trovandola già bagnata per lui.

"Ti piace così tanto essere toccata qui?"

Alice non riusciva a parlare, si limitò a gemere mentre le dita di lui affondavano dentro di lei, lente, poi più veloci, giocando con il suo clitoride gonfio.

"Marco…" ansimò, le unghie che gli affondavano nelle spalle.

Lui la girò con un colpo deciso, la fece poggiare con le mani sul lavandino.

Il suo respiro era un fuoco sul collo di lei mentre abbassava il suo pantalone, il suo cazzo duro e pulsante che premeva contro il suo ingresso bollente.

"Dimmi che mi vuoi."

Alice incontrò il suo sguardo nello specchio, gli occhi scuri di desiderio.

"Prendimi."

E lui lo fece.

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La penetrò con un colpo profondo, facendole lasciare un gemito roco.

Il rumore della loro pelle che si scontrava rimbombava nel bagno, mescolandosi ai loro respiri affannati.

Lui la afferrò per i capelli, tirandola leggermente indietro mentre affondava dentro di lei con colpi lenti e devastanti.

Alice si aggrappò al lavandino, il piacere che cresceva in ondate incontrollabili.

Le mani di lui le strinsero i fianchi, aumentò il ritmo, i gemiti di lei diventavano più forti, più disperati.

"Stai per venire, vero?" sussurrò all’orecchio di lei, affondando ancora più profondo.

Lei annuì freneticamente, incapace di resistere ancora.

"Voglio sentirlo dire."

"Sì! Sto venendo!"

E con un ultimo colpo brutale, Alice si lasciò travolgere dall’orgasmo, il suo corpo che tremava sotto le mani di lui.

Pochi secondi dopo, Marco la seguì, affondando dentro di lei con un gemito roco, il suo seme che la riempì con calore incontenibile.

Restarono fermi, il respiro spezzato, i corpi ancora intrecciati.

Poi, un colpo alla porta.

"Oh merda…" rise Alice, sistemando il vestito alla meno peggio.

Marco si ricompose, lanciandole uno sguardo malizioso.

"Non abbiamo finito." sussurrò, prima di aprire la porta e lasciarla uscire per prima.

Mentre tornava al bancone, con il cuore ancora impazzito nel petto, Alice sorrise.

Aveva appena trovato il suo nuovo gioco preferito.

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Quando si voltò, Marco era di nuovo dietro di lei, le mani che le scivolarono lungo la schiena.

"Vieni via con me."

Lei lo fissò, mordendosi il labbro.

"Dove?"

Lui si avvicinò al suo orecchio.

"A casa mia, dove possiamo davvero finire quello che abbiamo iniziato."

Alice sorrise.

Quella notte sarebbe stata ancora molto lunga.