Il temporale si era abbattuto sulla città all’improvviso, le strade erano ormai fiumi d’acqua e la pioggia battente rendeva impossibile guidare.
Elena era rimasta bloccata in macchina, nel parcheggio sotterraneo del suo palazzo, quando un colpo alla finestra la fece sobbalzare.
Era Matteo, il vicino del piano di sopra, completamente zuppo e con un’aria esasperata.
"La mia macchina non parte… e il mio telefono è morto."
Lei lo fissò per un istante, poi spinse la portiera.
"Sali."
Non aveva mai parlato molto con lui, qualche sguardo in ascensore, qualche scambio di battute nei corridoi, ma ora era lì, gocciolante sul sedile del passeggero.
Saliti in casa, Elena gli passò un asciugamano.
"Dovresti toglierti quella camicia, sei fradicio."
Matteo la guardò negli occhi, un lampo di qualcosa di più profondo attraversò il suo sguardo.

Lei incrociò le braccia sotto il seno, incuriosita.
"Non dirmi che sei timido."
Lui rise piano, iniziando a sbottonare la camicia.
Elena lo osservò attentamente, il modo in cui la stoffa bagnata scivolava via rivelando la pelle calda sotto.
Non c’era più imbarazzo tra loro.
Solo elettricità pura.
Lei fece un passo avanti, il tessuto della vestaglia che si apriva appena, lasciando intravedere la pelle nuda sotto.
"Devi scaldarti…" disse piano, afferrando un asciugamano.
Matteo non rispose, lasciandola avvicinare, il respiro sospeso.
Elena passò il tessuto ruvido sui suoi capelli, poi sulle spalle larghe, scendendo lungo il petto.
La sua mano indugiò per un istante sulla stoffa inzuppata dei suoi pantaloni.
"Dovresti toglierli anche quelli."

Lui non si mosse subito.
Solo quando lei fece scivolare le dita sulla fibbia della cintura, lui capì che non c’era via di scampo.
I pantaloni caddero sul pavimento con un suono sordo.
Elena lo guardò per un attimo, poi fece scorrere le dita lungo il suo torace caldo, lasciando una scia di brividi sulla pelle.
Matteo serrò la mascella, i muscoli tesi.
"Ti stai divertendo?"
Lei sorrise, un sorriso lento e provocatorio.
"Abbastanza."
Lui fece un passo avanti, riducendo la distanza tra i loro corpi.
"Forse dovrei scaldarti io, allora."
Elena non ebbe il tempo di rispondere.
Le sue mani la afferrarono per i fianchi, trascinandola contro il suo corpo bagnato e caldo.

Lui abbassò la testa, le labbra sfiorarono il suo collo, la lingua scivolò sulla pelle umida.
Elena rabbrividì, affondando le unghie nella sua schiena.
Le loro bocche si incontrarono in un bacio profondo, affamato.
Le mani di Matteo scivolarono sotto la vestaglia, scoprendo la sua nudità totale.
Le dita risalirono lungo le cosce, fino a trovarla già bagnata di desiderio.
"Sei così pronta per me…" mormorò contro le sue labbra.
Elena ansimò, muovendosi contro di lui, cercando più contatto, più frizione.
Matteo sollevò una gamba di lei attorno alla sua vita, premendola contro il vetro gelido della finestra.
La sensazione del freddo sulla pelle calda la fece impazzire.
Le dita di lui scivolarono dentro di lei, lente e sapienti, mentre la sua bocca esplorava ogni centimetro della sua pelle.

Elena si aggrappò ai suoi capelli, il piacere che cresceva, il corpo che vibrava contro di lui.
Matteo la prese con un colpo deciso, facendole emettere un gemito roco.
Il loro ritmo diventò frenetico, le spinte più profonde, le mani più avide.
Ogni movimento era una promessa di estasi, ogni bacio un incendio.
Il vetro si appannò, i loro corpi si intrecciarono fino a esplodere in un piacere travolgente.
Restarono immobili per un istante, il respiro affannato, la pelle incandescente.
Elena sorrise, mordendogli il labbro inferiore.
"Ora sì che sei caldo…"
Inizia a succhiare il suo membro, sempre più duro, fino a scendere sui testicoli.
Matteo è in estasi.
Dalla sua posizione la vede solo fare su e giù con la coda dei capelli.
Lei lo succhia, lo succhia velocemente e lo scuote con le mani.
"Vienimi in faccia"
"Mah...forse..."
"Vienimi in faccia" sussurra di nuovo con la bocca piena.
Matteo sta per esplodere.
Si lascia andare in un orgasmo pazzesco, come non aveva mai avuto.
"Hai visto che è stato più bello, così?"
Matteo è incredulo di quello appena successo.
"Vieni quando vuoi, sei il benvenuto..."
Lei si porta un dito sul clitoride e inizia a toccarsi, guardando il membro di Matteo scendere sempre di più, ma con ancora il suo seme cadente intorno.
"Posso toccarti se vuoi..."
"No, stai fermo, rimani così"
Elena inizia ad ansimare, sempre più forte.
"Sono venuta".