Era una serata tranquilla, il bar era quasi vuoto e l’aria profumava di whisky e tabacco.
Al bancone, Sofia girava il bicchiere tra le mani, fissando il liquido ambrato.
Era venuta lì solo per distrarsi, per dimenticare una giornata di merda.
Ma non sapeva che la serata avrebbe preso una piega inaspettata.
"Posso offrirti un altro?"
La voce maschile la fece voltare.

Lui era alto, con uno sguardo sicuro, la camicia sbottonata al punto giusto, il profumo inebriante.
Lei sorrise, fingendo disinteresse.
"Se mi stai offrendo da bere, vuol dire che vuoi qualcosa in cambio?"
Lui rise piano, inclinando il bicchiere verso di lei.
"Dipende. Tu sei disposta a darmi qualcosa?"
Sofia si morse il labbro inferiore, le dita che giocherellavano con il bordo del bicchiere.
L'idea la intrigava, il gioco appena iniziato la stuzzicava più del previsto.
Finirono il drink, poi lui le sussurrò all’orecchio:
"Vieni con me."

Non le lasciò nemmeno il tempo di pensarci.
La prese per il polso, portandola fuori nel vicolo buio dietro al locale.
L’aria notturna era fresca, ma il suo corpo era già in fiamme.
Lui la spinse contro il muro con un movimento deciso, il respiro caldo sul collo.
"Dimmi che non lo vuoi."
Ma lei non disse nulla.
Si limitò a socchiudere le labbra, il cuore che martellava nel petto.
Lui le scostò i capelli, le leccò il lobo, e sentì un brivido attraversarle la schiena.
Le mani di lui scivolarono sotto la giacca, sfiorandole il seno sopra la stoffa sottile.
Lei gemette piano.
"Ti eccita fare la brava ragazza in pubblico e poi lasciarti prendere così?"
Sofia annuì, sentendosi già umida tra le cosce.
Lui sorrise, abbassandole la zip dei jeans, infilando le dita sotto l’elastico del perizoma.
"Sei già bagnata per me?"

Lei si aggrappò alle sue spalle, incapace di trattenere un gemito soffocato.
Le dita di lui affondarono dentro di lei, lente, sapienti, mentre con l’altra mano le afferrava il collo con dolcezza possessiva.
Sofia sentì il desiderio crescere, le ginocchia tremare, il respiro farsi corto.
Lui le spinse la testa contro il muro, i baci diventavano sempre più affamati, il gioco ormai non aveva più regole.
"Ti voglio qui. Adesso."
Lei non rispose.
Si limitò a sciogliersi nei suoi tocchi, mentre il mondo intorno scompariva.
Lui la sollevò leggermente, spingendo il ginocchio tra le sue cosce, facendola fremere ancora di più.
Sofia affondò le unghie nella sua camicia, cercando disperatamente un appiglio mentre lui le baciava il collo, scendendo con la lingua lungo la clavicola.
Le mani di lui le scostarono completamente il jeans, facendolo scivolare fino alle caviglie.
"Apri di più le gambe."
Lei obbedì senza pensarci, sentendo il corpo diventare sempre più bollente.
Lui abbassò la testa, le baciò l’interno delle cosce, provocandola con la lingua mentre le dita esploravano la sua intimità.
Sofia si lasciò andare a un gemito più forte, il corpo completamente abbandonato al piacere.
"Ti piace, vero?" sussurrò lui, mentre la sua lingua giocava con il suo clitoride.
Lei annuì freneticamente, le mani tra i suoi capelli, spingendolo più in profondità.
"Ti voglio dentro di me."
Le sue parole lo fecero impazzire.
Si alzò, la prese per i fianchi e la girò, facendola poggiare con le mani contro il muro freddo.
Abbassò i propri pantaloni, e senza attendere oltre, la prese con un colpo deciso.
Sofia lasciò uscire un gemito roco, il suo corpo che si adattava perfettamente alla sua presenza.
Lui aumentò il ritmo, i gemiti di lei si fondevano con il rumore dei loro corpi che si scontravano.
Le mani di lui la stringevano con forza, i respiri diventavano affannosi, la tensione cresceva sempre di più.
"Sto per venire…" sussurrò lei, sentendo l’orgasmo montare inarrestabile.
Lui spinse ancora più forte, trattenendo il fiato fino a quando il piacere esplose dentro di lei in un’ondata di pura estasi.
Restarono fermi per qualche istante, i corpi ancora intrecciati, il cuore che batteva all’unisono.
Sofia si voltò lentamente, lo guardò negli occhi e sorrise.
"Direi che questo è stato il miglior drink della serata."